«La riforma Fornero è il frutto sofferto di un giusto confronto tra le parti sociali e le forze politiche ed è una delle architravi su cui poggia la ragione di esistere del Governo. Il testo del provvedimento, non accontenta nessuno al cento per cento ma ha raccolto in queste settimane una larga adesione.
Anche noi abbiamo alcune perplessità, ad esempio sull’assenza di una strategia di riforma dei servizi per l’impiego e sull’incognita della durata dei processi in caso di contenzioso tra lavoratore e azienda. Se i gruppi Parlamentari intenderanno riaprire la discussione e vanificare la mediazione che ha portato al provvedimento, credo che anche il PdL debba riaprire la trattativa e riportare sul tavolo quelle questioni che reputerà opportune.
Ricordo tuttavia che, nonostante lo scetticismo di molti, la politica ha scelto di fare un passo indietro per affidare il Governo nazionale a un gruppo di tecnici e professori in grado di prendere decisioni importanti e improcrastinabili anche quando impopolari.
Quando questo non dovesse accadere verrebbero meno i presupposti stessi dell’esistenza di questo Esecutivo e sarebbe opportuno affidarsi a un Governo legittimato dal popolo».