di Claudia Terracina da Il Messaggero
«I giudici accettino di riformare la giustizia e i partiti regole di accesso certe e severissime»
Onorevole Giorgia Meloni, quanto l’hanno imbarazzata i suoi candidati in Veneto con quel video sui gay? «È stata una loro iniziativa autonoma e inopportuna. A nome di Fratelli d’Italia chiedo scusa perla parodia di pessimo gusto a tutti coloro che si sono sentiti offesi».
Vendola accusa la Destra di essere ignorante sul tema dei diritti civili. «Ho chiesto agli autori di rimuovere il video dalla rete e di chiedere a loro volta scusa. Il tema dei diritti per gli omosessuali è delicato, anche a causa delle inaccettabili discriminazioni perpetrate a loro danno nei secoli. Fratelli d’Italia si batte contro ogni forma di pregiudizio. Certe iniziative volgari ci danneggiano perché offrono una rappresentazione completamente errata del modo con cui la nostra formazione vuole fare politica».
In questa campagna elettorale, non vengono risparmiati colpi bassi di ogni tipo, dagli insulti sul web, agli arresti a catena. Che sta succedendo? «La tensione è altissima. Di qui scaturiscono certe manifestazioni, spesso improvvide, anche dei giudici. Sappiamo bene che il fenomeno della corruzione è tutt’altro che risolto in Italia, ma riguarda diversi ambiti, non solo la politica. Premesso che bisogna avere fiducia nell’operato della magistratura, non si può non notare l’attivismo sfrenato dei giudici prima del voto».
Anche voi di Fratelli d’Italia, come Berlusconi e Maroni parlate di giustizia ad orologeria? «Noi ci battiamo contro l’illegalità diffusa e, anzi, ne facciamo una bandiera del nostro movimento. Al punto che abbiamo scelto di non candidare chi è stato condannato anche soltanto in primo grado. Per noi la lotta al malaffare è una priorità. Fratelli d’Italia potrebbe anche arrivare a non candidare chi è soltanto indagato, se avessimo la certezza che le inchieste in corso non siano strumentali».
Invece, non è così? «Non ancora. La strada da fare è ancora molto lunga. Per questo, propongo ai magistrati un patto, molto dettagliato, tra persone oneste basato sulla responsabilità collettiva. La magistratura accetti il principio della responsabilità civile, la separazione delle carriere, il giusto processo e la parte buona della politica, che esiste eccome e ha ambizioni di lunga portata, si comporti di conseguenza, dandosi regole di accesso certe e severissime. Questa è la nostra proposta. Comunque preferirei di gran lunga che inchieste giudiziarie avviate un anno fa non arrivassero a conclusione a pochi giorni da un appuntamento elettorale cruciale come quello delle elezioni politiche 2013».