Si può essere più o meno d’accordo con la scelta dei “saggi” fatta dal Presidente Napolitano. Ciò che conta oggi è stabilire quale sia la via migliore per uscire dal tunnel in cui si è infilata l’Italia. E la prima risposta è un no: non è l’amabile discussione di una decina tra tecnici e politici intorno ai problemi della Nazione, mentre continua a governare un esecutivo bocciato da nove italiani su dieci. Comprendiamo e apprezziamo le motivazioni del Capo dello Stato di voler far decantare il dibattito politico in attesa di eleggere il suo successore, ma la scelta divenuta più chiara col passar delle ore di voler mantenere in sella la truppa di Mario Monti, francamente, ci precipita nella frustrazione. Pietà, basta. Gli italiani non ne possono più di lui, con un centrosinistra dilaniato e diviso tra la riproposizione di Bersani e la prospettiva di Renzi, probabile in caso di nuove elezioni.
Ormai è chiaro a tutti: Bersani ha un problema e un obiettivo. Il primo si chiama Matteo Renzi: sa che riandando al voto sarebbe il sindaco di Firenze a guidare il Pd, in un centrosinistra già diviso e dilaniato tra la sua riproposizione e la prospettiva di Renzi, con buona pace del vecchio apparato e dei giovani turchi. L’obiettivo è quello di prender tempo e intanto dedicarsi allo shopping dei venti senatori che gli mancano all’appello. Grillo sa che la cosa lo riguarda da vicino, ma neanche può permettersi di andare alle elezioni con la responsabilità morale di aver impedito la nascita di un qualunque governo.
Morale della favola: che cosa deve fare il centrodestra? Ma, soprattutto, che cosa è nell’interesse dell’Italia, visto che ognuno sta pensando solo ai fatti suoi? Con serenità e con quel pizzico di lucida follia che hanno portato alla nascita di Fratelli d’Italia, noi lo diciamo con forza, anche fregandocene delle nostre poltrone da deputato: una legge elettorale, una data. Questo è nell’interesse dell’Italia. Non un tavolo di saggi alla ricerca di compromessi al ribasso sui temi più importanti, né la condanna “fine pena mai” al governo di Mario Monti. Si elegga al più presto il nuovo Capo dello Stato, si voti una sola legge, quella sulla riforma elettorale, così da abolire i listini bloccati e garantire il premio di maggioranza alla coalizione vincente, poi subito al voto. Magari approfittando del breve spazio parlamentare per abolire l’Imu sulla prima casa, dato che a parole siamo tutti d’accordo. Spetta solo agli italiani decidere il proprio destino. Non ai tecnici o ai saggi: agli italiani. Tutto il resto è noia (Ciao Califfo…).
Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa.