In questi giorni si discute nel Regno Unito di prevedere il carcere per i banchieri “incompetenti” e “avventati”. Grandi Nazioni europee come Francia e Germania e Nazioni storicamente vicine al potere finanziario, come Regno Unito e Svizzera, prendono provvedimenti per mettere dei limiti all’anarchia del mondo bancario. Tra questi ci sono la separazione tra banche d’affari e banche commerciali e i tetti a dividendi, premi e mega stipendi di manager, direttori e amministratori delegati. A fronte della presa di posizione di Stati da sempre considerati “virtuosi”, però, l’Italia va contro tendenza e si caratterizza in Europa come la Nazione “banche-friendly”.
Da tempo ci battiamo per riequilibrare il rapporto tra Stato e finanza, che rappresenta una priorità soprattutto in questo momento di crisi economica così complesso. Perché ripensare il sistema delle banche è fondamentale per uscire dalla crisi, anche in base al ruolo strategico in campo economico e monetario che l’Europa gli ha riconosciuto. Sono loro, infatti, a dover essere strumento della ripresa, immettendo nuova liquidità in un mercato asfittico, fornendo alle imprese e alle famiglie l’ossigeno necessario a superare il momento di difficoltà che attraversiamo.
Da tempo proponiamo una serie di misure e iniziative. Tra queste l’introduzione di un tetto alle remunerazioni dei manager e alla distribuzione dei dividendi delle banche che si avvalgono del fondo di garanzia dello Stato, la previsione di strumenti di vigilanza per garantire che i soldi prestati dalla Bce a tasso agevolato agli istituti di credito siano utilizzati per sostenere il credito per famiglie e imprese e il varo di una legge che separi le banche d’affari da quelle commerciali, dividendo le attività bancarie ordinarie da quelle speculative.
Fratelli d’Italia presenterà questa proposta di legge in Parlamento, con l’auspicio che sia condivisa da tutte le forze politiche: vietare le speculazioni finanziarie e le operazioni ad alto rischio fatte con i soldi dei correntisti, dei piccoli risparmiatori, delle imprese e delle famiglie è necessario per evitare azzardi sulle risorse dei più deboli. E porteremo all’attenzione della discussione parlamentare la possibilità di prevedere delle sanzioni, anche nel nostro ordinamento, per i “banchieri incompetenti”.