II discorso del nuovo Presidente della Repubblica è stato talmente rassicurante da essere preoccupante. Una prova di arte oratoria che si addice ad un politico navigato della vecchia scuola democristiana: tante belle parole ma molto distanti dalla realtà che l’Italia vive ogni giorno. E il tono sobrio e consolante utilizzato da Mattarella ci fa guardare con preoccupazione a quella che sarà l’azione del settennato presidenziale. Ha descritto la drammatica crisi economica italiana come se si trattasse di una catastrofe naturale e non la logica conseguenza delle fallimentari politiche economiche e monetarie dell’Europa avallate ed eseguite dagli ultimi tre governi.
E non è vero che nella nuova Europa l’Italia ha trovato l’affermazione della sua sovranità e un approdo sicuro ma è esattamente il contrario: la sfida è riaffermare la nostra sovranità dall’ingerenza delle cancellerie e delle lobby che governano l’Ue e la nostra dignità nazionale, oggi totalmente calpestata.
Il caso marò ne è l’emblema: fino ad ora abbiamo sentito dalle Istituzioni tante promesse rimaste però delle buone intenzioni perché Latorre e Girone sono ancora illecitamente detenuti dall’India in piena violazione del diritto internazionale. Speriamo che le parole del nuovo Capo dello Stato coincidano con un impegno maggiore rispetto a quello del suo predecessore.
Mattarella è stato per 25 anni in Parlamento. È stato ministro dei governi Goria, Andreotti, De Mita, Amato, D’Alema e componente di quella Corte Costituzionale che sembra voler difendere solo privilegi come le pensioni d’oro.
Speriamo che da Presidente della Repubblica sia più concreto nel cambiare questa Italia, perché i tatticismi, la prudenza e i compromessi della Prima Repubblica ci hanno consegnato una Nazione in ginocchio, negando alle giovani generazioni il loro diritto al futuro. Mi auguro che Mattarella smentisca l’apparenza e si dimostri capace delle scelte decise e coraggiose di cui l’Italia ha disperato bisogno.
1 commento
I terroristi islamici dell’ISIS hanno bruciato vivo un ostaggio.
Questi non sono esseri umani, questi vanno schiacciati.