25 aprile: Meloni e Salvini, nasce il Fronte di Liberazione anti Renzi. Battaglia comune per le regionali in Toscana e Marche

Matteo Salvini e Giorgia Meloni lanciano nelle regioni Toscana e Marche, simbolo della peggiore sinistra, il ‘Fronte di Liberazione’ che aspira ad essere la base sulla quale costruire una solida alternativa al renzismo. Nella Toscana del Monte dei Paschi e del Patto del Nazareno, e nelle Marche della crisi della Whirpool e del trasformismo di Spacca, nasce un polo che può davvero scombinare i progetti di chi pensa di poter imporre ai cittadini ricette indigeribili.

Con Fratelli d’Italia e Lega Nord sono moltissime le liste civiche toscane e marchigiane che stanno aderendo a questo progetto, alcune delle quali non legate storicamente all’area del centrodestra. Le candidature alla Presidenza di Claudio Borghi in Toscana e Francesco Acquaroli nelle Marche, in ticket rispettivamente con Giovanni Donzelli e Luca Paolini, rappresentano la migliore offerta possibile per qualità e radicamento, ma soprattutto una speranza di buon governo per due regioni importanti e strategiche. Matteo Salvini e Giorgia Meloni presenteranno i contorni del progetto in una conferenza stampa che si terrà nei prossimi giorni.

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2 commenti

    • Mario Pascucci il 26 Aprile 2015 alle 20:28
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    Giorgia, spiegami con parole tue perché in Puglia sei alleata con NCD di Alfano? Coerenza, o no? Parli di immigrazione come Matteo e poi stai con l’NCD.
    Convinci Raffaele (Fitto) a mollare NCD e io mi adopererò per convincere Raffaele (Volpi) di mollare la Poli Bortone e di far votare gli elettori di NOIconSALVINI per Schittulli.
    L’NCD in Puglia vale circa il 3%, mentre NCS vale il doppio ed è in crescita. In Salento vale quasi il 9%. Fai le tue valutazioni, ma fai presto. Altrimenti fai vincere Emiliano.

  1. Cara Giorgia,
    per quanto il problema degli immigrati possa essere percepito come grave, se lo si confronta con quello delle pensioni degli under 45, diventa ridicolo. La generazione alla quale tu appartieni e quelle successive sono vittime della generazione precedente, quella che negli anni ’70 ha deciso di arrogarsi dei privilegi indebitando il paese e scaricando i debiti su chi non votava o ancora doveva nascere.

    Salvini fa leva sul razzista che è in ognuno di noi; discutibile ma legittimo. Renzi ci dice che siamo forti, siamo belli e siamo fighi; convincente ma suicida. Grillo è ancora più banale; noi siamo quelli onesti, gli altri sono dei porci e devono andare a casa.

    Quello che manca sulla scena politica è un messaggio forte che faccia emergere e ponga come problema urgente lo scontro generazionale tra chi oggi prende migliaia di euro di pensione (e guardacaso gestisce i media, la corte costituzionale…è classe dirigente, dà i nomi alle cose, come “diritto acquisito”) a spese di chi dovrà lavorare 20 anni di più versando migliaia di euro in più e percependone migliaia in meno. Te l’ho sentito dire, ma non è il tuo cavallo di battaglia, non è la tua “cifra” politica.

    Manca un politico o una politica che mi guardi negli occhi e mi dica: Caro Francesco, cara Piera, tu oggi con il tuo lavoro precario o stabile, per ogni euro di contributo che versi, mezzo va a finire nella pensione di Giuliano Amato, di Mario Rossi che ha lavorato 15 anni….Per questo tu dovrai lavorare fino a 70 anni e prenderai 700 euro al mese e morirai di fame. Se mi voti, da domani quel mezzo euro finirà nella tua pensione, andrai in pensione a 65 anni e ne prenderai 1400 al mese e ci potrai vivere. O ancora meglio, se mi voti, da domani toglieremo quel mezzo euro a quei ladri che vogliono farti fare la fame da vecchio, perché adesso loro vogliono scialare con i tuoi soldi.

    Servono poche cifre, credibili e d’impatto. Mi ci devo riconoscere e mi devo allarmare, perché il problema c’è ed è grave. Poi Giuliano Amato e Mario Rossi non ti voteranno, ma tanto prima o poi moriranno; Piera e Francesco, sì. Fai due conti e vedi se non ti conviene affrancarti dal pippone sugli immigrati e fare invece leva su un problema reale che coinvolge due generazioni.

    Ciao e buon lavoro.

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