Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, ha «vinto» la sfida dell’assemblea della Fondazione di An, portandosi a casa il diritto di continuare a usare il simbolo di An. Non è un mistero il suo fastidio per quella parte di vecchia guardia che pretendeva di risalire sulla barca. «Si è fatta chiarezza su chi deve rappresentare la destra in Italia. Del resto è grazie a noi se c’è ancora una destra m Parlamento».
I sei «quarantenni» che l’hanno sfidata sono stati sconfitti. Ma cosa volevano davvero? «Non è chiaro. Dietro di loro c’erano Fini e Alemanno. Volevano spaccare, distruggere, non costruire». Secondo i maligni, volevano usare i soldi della Fondazione per ottenere poltrone. La Meloni è più diplomatica: «Sicuramente volevano usare i soldi di An per fare un partito. Come se il consenso degli italiani si comprasse al mercato rionale. Per il resto non lo so. Non avevano argomenti. Per noi destra è difesa della Patria, sovranità, lotta ai clandestini, difesa dell’economia reale. Sbagliamo? Ma loro cosa proponevano d’altro?».
Fini nega di essere «l’uomo nero» dietro le quinte e definisce la Meloni una «copia sbiadita» di Salvini. Lei ribatte: «Parla gente che ha ridotto in macerie la destra. Cosa vogliono, che votiamo Scelta Civica? Fini dice che bisogna chiedersi perché i milioni di italiani che votavano An non votano Fdl. Rigiro la domanda: perché An ha perso tutti questi voti?». Dica la verità, temeva di perdere la leadership di Fratelli d’Italia? «No, ma neanche volevo che si combattesse su posizioni di 20 anni fa. I leader si affermano sul campo, non si nominano. Altrimenti ci ritroviamo uno come Alfano».
Che destra ci aspetta? «Io voglio un congresso aperto in cui si decidono insieme le regole. Voglio una destra inclusiva e entusiasmante». E le alleanze? «Con la Lega ci siamo trovati bene su alcuni temi». Forza Italia? «Ha sostenuto governi fantoccio, ma ora sta facendo chiarezza. Però bisogna capirsi sui metodi. I leader non si decidono nelle cene ad Arcore. Così come i candidati delle amministrative. Se c’è un nome autorevole, si va con quello. Prendi Del Debbio a Milano. Se non c’è, si abbia il coraggio di fare le primarie».
5 commenti
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BRAVA….BRAVA….BRAVA…Continua con tutte le tue forze e con la grinta che hai usato contro ” MIGLIORE” alla trasmissione l’aria che tira!!!!!
Di cognome fa MIGLIORE, ma è uno dei peggiori politici in circolazione……,
parlava di “venduti del centrodestra” e lui per non perdere la poltrona è scappato…..subito da SEL x uniformarsi al PARTITO DELLA NAZIONE!!!
CHE SCHIFO!!! AVANTI GIORGIA …FATTI VALERE
Come al solito un analisi onesta e giusta fatta da una persona schietta e diretta come è Giorgia, tornare indietro non se ne parla, Avanti con la Meloni che sta’ guadagnandosi con i fatti la credibilita’ e i gradi di Leader scrollandosi di dosso vecchie Mummie che hanno fatto Male alla Destra anche con i loro comportamenti a volte discudibili,( per non dire altro)
Brava Meloni,vai avanti cosi
La Destra che vorrei:
vorrei una Destra per cui l’onestà,l’amor di Patria, il rispetto delle regole, la giustizia sociale e la libertà degli individui fossero dei valori. Vorrei una Destra che si battesse per uno Stato non autoritario, ma autorevole, con un presidente del consiglio eletto direttamente dal popolo, che potesse nominare e dimissionare i ministri, ferma restando la possibilità per il parlamento di sfiduciarlo e tornare alle elezioni. Vorrei una Destra che lasciasse il più possibile liberi gli individui, nelle loro iniziative economiche e che si occupasse di chi rimane indietro , con sussidi di disoccupazione ed attività di formazione, per facilitarne il reinserimento nel tessuto economico. Vorrei una Destra che favorisse la compartecipazione agli utili degli operai, cioè lo spirito opposto alla lotta di classe. Vorrei una Destra che scegliesse i propri leader con le primarie, per favorire un dibattito tra la base, e la possibilità per più persone, di far sentire la propria voce. Vorrei una Destra che riuscisse finalmente a ridurre il costo dello Stato, non alla cieca con i tagli lineari, ma piuttosto partendo dai costi standard, per avere la possibilità di abbassare le tasse, senza aumentare il deficit e creare così, nuovi problemi ai nostri figli ed ai nostri nipoti. Vorrei una Destra che auspicasse un’Italia federale, dove le tante nostre specificità, non ci portino a dire di non essere italiani, con una storia ed un futuro in comune, ma semplicemente si avvicinino i cittadini ai centri di spesa, rendendoli così più controllabili. Vorrei una Destra che non sia contro l’Euro, ma che si batta per cambiare quest’Europa, dove la gente conta poco, e le decisioni vengono prese o da organismi che non abbiamo eletto, o in incontri tra i premier di pochi paesi. Vorrei una Destra che spingesse l’Europa ad accogliere chi scappa dalla guerra, ma a non illudere ed a rispedire indietro, chi scappa dalla povertà, se non ci sono le possibilità di integrarlo dignitosamente nel nostro tessuto economico. Piuttosto pensiamo ad un piano di aiuti, per favorire lo sviluppo di questi paesi. Vorrei una Destra che non urli, ma che si faccia sentire per il peso delle sue idee.
Forse il mio è solo un sogno, spero solo di non essere l’unico a sognare!
Filippo Bonora
..Finalmente ho un punto a dove mirare per fare centro! Viva la Meloni! devo all’ascolto di quando parla, alle cose che dice. Sig. Ministro, Sono convinto che solo con la sua tenacia, raggiungeremo gli obbiettivi che tutti gli Italiani attendono! Grazie di essere in Politica!!