La leader di FdI dopo il vertice di coalizione: «Il centrodestra può riunirsi ma servono messaggi chiari. Sull’Europa devono esprimersi i cittadini».
L’intervista di Salvatore Dama.
Il centrodestra può ripartire. Ma nella «chiarezza» del posizionamento e dei programmi, spiega Giorgia Meloni, che mercoledì ha partecipato a un vertice di coalizione, a Milano, con Silvio Berlusconi e Matteo Salvini.
Di nuovo tutti e tre. Era passato del tempo… «Si. Ci siamo nuovamente seduti al tavolo insieme. Ma ciò non significa che ci pentiamo delle scelte prese negli ultimi mesi. Anzi le rivendichiamo».
Il centrodestra trova la quadra nell’alternativa a Renzi. Senza sbavature. «E devo dire che per noi non è una novità. Abbiamo sempre ritenuto vincente l’idea di un centrodestra che non fa inciuci e che non gioca due parti in commedia».
Sieti arrivati anche alla rottura su questo punto. «Noi siamo rimasti fedeli alla nostra linea. Anche alle ultime elezioni amministrative. Il risultato di Roma ha dimostrato che questo è il modello di centrodestra che ha più successo tra i cittadini».
Cosa pensa Berlusconi? «Io sono andata a Milano sperando che quanto accaduto fosse, non solo di insegnamento, ma un punto da cui ripartire».
E come è andata? «A giudicare dall’esito dell’incontro direi bene. Noi non abbiamo mai avuto dubbi sull’atteggiamento da tenere nei confronti del governo. Forza Italia, invece, negli anni, è stata più ondivaga. E anche recentemente ho letto dichiarazioni, come quelle di Stefano Parisi, che sembravano alimentare dubbi su cosa fare il giorno dopo, nel caso in cui Renzi perdesse il referendum».
Parisi poi ha chiarito. «Inutile negare che il referendum può essere anche un’occasione per liberarci di questo governo di burattini. Dobbiamo dare messaggi chiari al nostro elettorato se vogliamo motivarlo ad andare a votare no. E su questo punto, il vertice di mercoledì ha fatto chiarezza. Ed è positivo».
Avete anche individuato delle priorità programmatiche. «Tasse, sicurezza, immigrazione, famiglia. In particolare, io rivendico di aver ottenuto l’inserimento di alcune nostre battaglie storiche, come il tetto alle tasse in Costituzione e il diritto per i cittadini di esprimersi sulla ratifica dei trattati internazionali, compresi quelli sulla nostra presenza nell’Ue. Avremo una linea comune sulla legge elettorale, fissando un punto: nessuno si presterà a governi di inciucio che non siano frutto del consenso popolare quando Renzi perderà il referendum. Questo è un bei modo per ripartire».
Anche Berlusconi era convinto? «Sì. L’ho visto determinato. È un uomo intelligente e anche lui si è reso conto che gli italiani delusi dalle politiche di Renzi chiedono un’alternativa».
Quanto è durato il silenzio tra voi due? «Non ci vedevamo da prima delle Amministrative. Qualche giorno fa, poi, ci siamo sentiti al telefono. Ho voluto ringraziarlo perché era stato molto carino a inviarmi dei Bori quando è nata Ginevra. In politica si deve avere anche la lucidità di guardare avanti».
Niente rancore? «Nel mio piccolo credo di aver fatto gli interessi della coalizione candidandomi a Roma. Si sono confrontati due modelli di centrodestra e si è visto chi ha ottenuto un consenso maggiore».
Nel documento comune si parla anche di allargamento del centrodestra. E il lodo Parisi? «Quel passaggio parla di allargare il perimetro del centrodestra, ma senza guardare alla vecchia politica. Alla convention di Parisi ho visto un paio di nomi che non mi sembravano nuovissimi… Quando penso di coinvolgere la società civile non mi riferisco a Corrado Passera».
1 commento
Complimenti Giorgia per la tua coerenza e chiarezza…e grazie, nè abbiamo bisogno in quest’Italia ormai distrutta e senza più valori !!!!!! Vorrei tanto poter aiutarti in qualsiasi modo…AUGURI E “” tieni botta “”. BRAVA !!!!!