L’intervista di Daria Gorodisky.
Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, dal Mattino di ieri Silvio Berlusconi ha di nuovo invitato lei e Angelino Alfano a comporre in Sicilia «un centrodestra coerente e inclusivo». «Anch’io sogno di dare alla Sicilia un governo di rottura con il passato: ma come è possibile farlo alleandosi a chi governa con Renzi e con Crocetta? La gente non sopporta più il gioco delle tre carte. Quindi lancio io un appello a Berlusconi: costruiamo una proposta seria per vincere».
Intorno alla candidatura di Nello Musumeci? «Ha levatura, competenza, esperienza. Del resto, abbiamo più volte chiesto a Forza Italia se ci fosse un altro nome, ma invano. Se il tempo dedicato ad Alfano lo avessimo speso per un programma comune su lavoro, infrastrutture, giovani, agricoltura…».
Anche il centrosinistra corteggia Alfano per il suo radicamento sull’isola. «È tutto da dimostrare. Tanti elettori possono essersi ricreduti, come su Renzi e Crocetta. Alfano potrebbe togliere più di quanto non riuscirebbe a mettere con il suo voto di contatto».
Quindi vale la pena rischiare di perdere in Sicilia? «Vale la pena rischiare di vincere con una proposta credibile. Il coraggio è meglio della marmellata politica».
Lei aveva detto: bene Alfano, se rinuncia al simbolo. «Ho detto che avrei rimandato al candidato il tema delle liste civiche con cui allearsi».
Berlusconi è tornato anche sulla legge elettorale, citando di nuovo l’ipotesi proporzionale. «Da un lato lancia appelli all’unità, e dall’altro… In un sistema tripolare, il centrodestra non potrebbe mai vincere con il proporzionale. Sta preparando un governo di inciucio? Ecco un altro appello per Berlusconi: dica da che parte vuole stare. Perché se, come spero, intende stare in questa metà campo, serve un premio di governabilità».
A proposito di Sicilia, accennava al problema agricolo. L’Italia tra poco dovrà ratificare il Ceta, l’accordo di libero scambio fra Ue e Canada. Anche su questo non sembra esserci intesa fra voi e Forza Italia. «Il Ceta ci porterebbe grano canadese trattato con il glifosato, che in Italia è vietato perché potenzialmente cancerogeno; tutelerebbe soltanto 40 nostre indicazioni geografiche, su oltre 300; e in pratica ci farebbe cedere sovranità alle multinazionali».
Il trattato prevede che gli Stati possano agire proteggendo salute, ambiente e cultura. E offrirebbe mobilità per imprese e fornitori, riconoscimento di alcune professioni e porte aperte per le nostre esportazioni. «No, il tema salute non è adeguatamente affrontato; e i nostri prodotti di qualità non sono protetti. Se il Ceta passasse, la Ue sarebbe ancora di più un comitato d’affari in mano alle multinazionali».
Oltre che con la Lega, vi trovate a condurre questa battaglia a fianco di MgS, Sinistra italiana, Cgil. «E con la Coldiretti: non a caso, con chi produce. L’ultima cosa a cui dobbiamo rinunciare è il made in Italy. Possiamo ancora salvarci. Per questo spero che in Parlamento almeno Forza Italia voti no».
1 commento
Mi domando, on Meloni: ma perché detesta quel meraviglioso ex ministro degli interni di nome Alfano? Basti ricordare come ha difeso l’ordine pubblico a Milano il 1 maggio 2015. La polizia presidiava il centro…tutt’intorno auto bruciate, agenzie e negozi dati alle fiamme…Un vero Uomo della Legge, no ?