Oggi è l’anniversario della strage di Capaci nella quale persero la vita Giovanni Falcone, la moglie e tre agenti della scorta. Il loro sacrificio e quello di tutti coloro che lottano ogni giorno, dall’agente di polizia al piccolo commerciante, non è e non sarà stato vano se il loro coraggio ci guiderà quotidianamente nella lotta per estirpare dall’Italia questa malattia chiamata mafia.
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3 commenti
Chiissà quanti onorevoli e elementi istituzionali,mandanti delle stragi, andarono ai funerali,come col Generale Dalla Chiesa.
Almeno uno di loro e’ morto….. con tutta la gobba……..!!!!
La malattia, anzi il CANCRO morale e sociale definito come mafia, anzi mafie, ha una matrice storica che non andrebbe dimenticata: l’assenza dello Stato, ovvero la sua perversione ad intrico di poteri anarchici i quali spadroneggiano sulla società civile. Poche forze vi si seppero opporre: Ruggero, re di Sicilia, di origine normanna e poi Federico II di Svevia, che impose la Legge con le Costituzioni di Melfi (1231). In seguito, le mafie sgretolarono il potere statale sotto gli Angiò, gli Aragona, i Borbone-Napoli, lo stesso regno dei Savoia, al tempo della Destra e poi della Sinistra. Prova ne sia lo scandalo del Banco di Sicilia, della Banca Romana, della ricostruzione speculativa di Reggio e Messina dopo la catastrofe del 1908. Fu solo Mussolini che osò affrontare la “onorata società” col prefetto Cesare Mori, ma riuscendoci solo in parte ! Dopo la guerra per i mafiosi fu il TRIONFO: dopo processi-burletta e cedimenti di ogni tipo, una parte dello Stato volle reagire…Ma non era certo la parte “vincente”, visto che Carlo Alberto Dalla Chiesa e i giudici Falcone, Borsellino, ma anche Chinnici, il commissario Cassarà ed altri furono mandati al macello dall’altra parte…oscura ed insidiosa…La stessa che é mandante impunita delle GRANDI STRAGI (piazza Fontana, stazione di Bologna, treno Italicus, da cui pare sia stato fatto scendere in gran fretta l’onorevole Aldo Moro…) frettolosamente etichettate come “stragi fasciste”. Fratelli di Italia: vi chiedo di usare un’arma potente contro il nemico: si chiama MEMORIA STORICA.