È stata per me una piacevole sorpresa, ieri mattina, l’apertura di Libero Quotidiano con cui il Suo giornale fa propria una battaglia storica di Fratelli d’Italia, che stiamo rilanciando in questi giorni mentre le ipocrisie europee sul tema dell’immigrazione cadono una a una. Finalmente un organo d’informazione non ha paura di pronunciare le due uniche parole risolutive: blocco navale. Da realizzare al largo delle coste della Libia e da gestire con un coordinamento europeo, perché il confine Sud del Mediterraneo è il confine di tutta l’Unione, non dell’Italia. Se la moneta è comune, se le regole del commercio sono comuni, anche le frontiere sono comuni, altrimenti non è un’Unione, è una presa in giro. Tra l’altro, è quello a cui ci richiamano il tanto vituperato Orban e tutto il gruppo di Visegrad: come noi difendiamo il confine a Est, ci dicono, non si capisce perché voi non difendiate il confine a Sud.
Il blocco navale è l’unico provvedimento che agisce all’origine del fenomeno e interrompe la catena della morte incentivata dagli scafisti che trafficano in esseri umani. Non è una presa di posizione ideologica, è la cronaca quotidiana a suggerircelo. In queste ore sta navigando nel Mediterraneo la nave Lifeline con il suo carico di oltre 200 immigrati, raccolti e trasportati in mare aperto contro qualunque regola, contro le indicazioni della Guardia costiera italiana e di quella libica. Siamo contenti che il ministro Salvini, ascoltando la nostra proposta, abbia annunciato in caso di attracco in un porto italiano il sequestro della nave e l’arresto dell’equipaggio, dal momento che ci troveremmo davanti a un palese caso di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Rimane il dato incontestabile che si tratta di (sacrosanti) palliativi, in attesa che parta il prossimo barcone. L’unica decisione che può affrontare di petto l’emergenza (che si tratti di emergenza ormai non lo negano più neppure la Merkel e Macron) è impedire le partenze stesse. La via è il blocco navale, che non si configurerebbe affatto come una minaccia nei confronti della Libia, anzi a nostro giudizio si può e si deve attuare in accordo con le autorità libiche, mettendo sul tavolo tutta la forza e l’autorevolezza negoziale dell’Unione Europea. In ogni caso, in punta di diritto internazionale stiamo parlando di una non più procrastinabile reazione difensiva rispetto a un’ondata migratoria (600mila persone in 6 anni) che è in se stessa un atto d’aggressione. Oltre che, ovviamente, di un’azione di giustizia rispetto ai rifugiati autentici: il blocco navale sarebbe chiaramente da accompagnare con la creazione di hot spot funzionanti in Libia, che avrebbero come compito primario quello di individuare chi abbia effettivamente diritto all’asilo. Mi pare il contrario di un approccio estremistico, mi pare un’idea di buon senso e soprattutto di buona politica, in difesa dei cittadini italiani che immagino non ne possano più di vedere la propria nazione trasformata nel campo profughi d’Europa. Non a caso secondo un recente sondaggio dell’Istituto Swg il 64% degli italiani si dichiara favorevole al blocco navale. Tutti razzisti? Via, smettiamola col masochismo politicamente corretto. Piuttosto, abbiamo di fronte a noi un’occasione formidabile, quella del Consiglio europeo del 28 e 29 giugno. Per questo Fratelli d’Italia nei prossimi giorni presenterà in Parlamento una risoluzione che impegni il governo Conte a chiedere ufficialmente in quella sede l’istituzione del blocco navale. Vediamo chi ci sta, e chi invece si limita a fare retorica sulla solidarietà europea, salvo poi chiudere le proprie frontiere in faccia agli immigrati.
Giorgia Meloni
4 commenti
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Sono sempre d’accordo con le parole di Vittorio Feltri e sono dalla parte di Giorgia Meloni. Dato che c’è in Consiglio UE a breve e si chiederà il blocco navale, perchè (in alternativa) non si chiede di far diventare una parte dell’Africa l’estensione dell’Europa? In questo caso i migranti non dovranno rischiare la vita in mare e si sentiranno in Europa, mentre questa invece di portare tanti miliardi in regalo all’Africa, li potranno usare per le opere necessarie ad istituire una nuova colonia. Certamente non potranno stuprare le donne in Italia e se vogliono costruire un albergo a loro spese e col sudore della loro fronte, non potranno prendere i soldi dalle tasche degli italiani (come fa il governo italiano). Se ci fosse la reciprocità, come loro vengono accolti meglio di come vengono trattati gli italiani di razza, se noi andiamo in Africa, come saremo accolti dai ribelli? Forse come hanno fatto a Pamela a Macerata? Nessuno dice queste cose ai 4 buonisti che si vedono su canale 4 nell’ora di cena, perchè?
Sono d’accordo con Giorgia Meloni
BLOCCO NAVALE! E’ l’unica risposta possibile ad un traffico criminale che specula sulla parola “rifugiati” facendosene scudo per attuare una vera INVASIONE voluta e gestita dalla MAFIE, dal PD, dal Nuovo Ordine della grande finanza mondialista. Tale coalizione USA queste masse di africani ed asiatici per rovesciare il vigente sistema economico, politico, sociale, trasformando la nazione italiana in una penisola euro-africana e riportandoci alla condizione di PURA DENOMINAZIONE GEOGRAFICA, senza identità, senza cultura, senza confini, senza nazione, senza sovranità…Sovranità italiana: se esisti, batti un colpo!
Continuano a parlare di questo accordo di Dublino come se la soluzione fosse redistribuire i clandestini fra i vari paesi europei. Poichè i potenziali migranti in Africa sono 50 milioni ogni Stato dovrebbe prendersene alcuni milioni. E’ questa la soluzione secondo loro? Riempire l’Italia e l’Europa di clandestini? Bisogna bloccare le partenze, serve il blocco navale!