Juncker e Di Maio sembrano due facce della stessa medaglia perché entrambi sono nemici dello sviluppo. Lo scontro con l’Unione Europea da parte dell’Italia avrebbe meritato una manovra economica più seria: bisognava andare in Europa a dire che il deficit al 2,4% serviva a tagliare le tasse e a fare 20 miliardi di investimenti per le infrastrutture in Italia, non per pagare il reddito di cittadinanza e aumentare il debito. L’Europa avrebbe fatto una figuraccia se avesse detto di no. C’è una terza via tra il rigore cieco di Juncker e l’assistenzialismo senza freni di Di Maio ed è quella che noi abbiamo proposto alle elezioni: shock fiscale e investimenti pubblici.
Questa legge di bilancio, che hanno scritto insieme a Bruxelles, ha praticamente ipotecato tutto la manovra del 2020 e questo non va bene: è una sconfitta per l’Esecutivo, che ieri abbiamo plasticamente visto al Senato con la fotografia di Conte accanto a Tria e Moavero. È stata un po’ la rappresentazione che la trattativa e la manovra in Europa fossero, alla fine, più figlie del Presidente Mattarella che non del governo.
2 commenti
questo forse perchè son stati costretti da circostanze sfavorevoli, ma sul globact compackt, se ne accorgeranno tutti i governanti di cosa sono capaci gli italiani, faremo saltare il governo……..
Il problema è dato dal fatto che gran parte di quelli che votano cinque stelle preferiscono il pesce già cotto piuttosto che l’amo per imparare a pescare. In Italia non si riuscirà a cambiare mai nulla, aveva ragione Tomaso di Lampedusa. Del resto, basta guardare cosa avviene in Francia con la mobilitazione dei gilet gialli, mentre da noi, con tutta la crisi che dicono ci sia, non si muove foglia.