Intervista di Mario Giordano
Mi dia il titolo. «Quale?»
Altro che fondermi con Forza Italia, io punto a superarla. Si. Diciamo che punto a diventare il secondo movimento del centrodestra». Possibile? «È alla portata. Lo scorso settembre ho lanciato un appello. Sono arrivate risposte superiori alle aspettative».
Segno della sofferenza di molti nel centrodestra? «Certo. E di una richiesta».
Quale richiesta di preciso? «Di ripensare il centrodestra».
Che ne dice Salvini? «La Lega va bene, si capisce. Ma da sola non può governare».
Ha bisogno della Meloni. «Ha bisogno di un secondo grande movimento che io definisco sovranista e conservatore. Quello a cui stiamo lavorando».
Predica la flat tax, manifesta per il «basta tasse». È diventata liberaldemocratica? «Sono diventata produttivista».
Cioè? «Ci siamo concentrati sulla difesa dell’Italia attraverso la difesa della nostra economia».
Avete intravisto uno spazio… «Abbiamo intravisto una sofferenza. Gli italiani che hanno votato centrodestra chiedevano meno tasse, meno burocrazia e investimenti pubblici…».
Una ricetta alla Donald Trump. «Esatto. Piaccia o no quella ricetta sta funzionando».
E invece? «In Italia la politica economica è guidata dai 5 stelle, che in ciò sono di estrema sinistra».
Addirittura? «Le idee di Di Maio in campo economico sono state sconfitte quando lui andava alle elementari».
Sta pensando a Bertinotti? «Ma nemmeno Bertinotti oggi penserebbe di aumentare il lavoro stabile aumentando la tassazione sul lavoro a termine. Lo capisce pure Martino…».
Il professor Martino? «No, il mio gatto. Pure lui sa che dove c’è un cuneo fiscale del 47 per cento, se aumenti la tassazione è facile che il lavoratore precario diventi disoccupato».
A dicembre però l’occupazione ha toccato il record storico dal 2008:200.000 posti più. «La realtà che incontro ogni giorno è diversa. Conosce Roberta?».
La terremotata di Amatrice. «Esatto. Mamma di un bambino autistico di 12 anni. Oggi disoccupata per colpa del decreto Dignità. Ma dove sta la dignità?».
L’impegno per le imprese, l’interesse a fondare qualcosa di nuovo, Ma non è che sta diventando la Calenda del centrodestra? «Mamma mia. Non lo dica neppure per scherzo. E infatti Calenda mica fa gli appelli a me».
Li fa a Forza Italia. «Per l’appunto. E questo dovrebbe far riflettere i nostri alleati. C’è un problema d’identità».
A proposito: che cosa ha pensato quanto ha visto Stefania Prestigiacomo sul gommone per salire sulla Sea Watch? «Mettiamola così: mi pare che a trovare quei 47 migranti siano andati sei parlamentari».
Esatto. «Ebbene: quando ci furono i funerali di Desirée Mariottini, sedicenne stuprata e uccisa da un gruppo di immigrati clandestini al funerale c’ero solo io».
Torniamo a parlare del suo cambiamento. «Che cambiamento?»
Non è diventata solo «produttivista», ma anche «nordica». L’ex ragazza della Garbatella ha aperto una sede di Fratelli d’Italia a Milano, ha organizzato una cena con oltre 1.500 imprenditori lombardi… «E canto anche in dialetto le canzoni di Van Der Sfroos».
Magari il suo piatto preferito è diventata la cassoeula… «No, alla cassoeula non ci sono arrivata, ma al risotto con l’ossobuco sì. Sto imparando anche a cucinarlo».
Non è che decide di trasferirsi definitivamente al Nord? «No, ma ci vengo sempre più spesso. In questi giorni, per esempio, mia figlia Ginevra, ha scoperto la neve. Ha due anni e mezzo e non l’aveva mài vista».
Mi pare che anche lei, però, si trovi sempre meglio. Mentre la Lega guarda al Sud… «… Noi ci avviciniamo ad alcuni mondi che altrimenti rischiano di essere abbandonati. Ma senza dimenticare anche il Sud. Per intenderci, da Milano sono andata in Sicilia e oggi sarò in Abruzzo».
Per questo insiste sulle battaglie economiche. «Ma certo. Prenda la fatturazione elettronica».
Devo proprio? «Non scherzi. A un certo punto ci hanno detto: si, crea problemi ma permette allo Stato di incassare, nel 2019, 2 miliardi di euro che servono per pagare i provvedimenti della manovra».
Cosa che la fa imbestialire. «Ma le pare? Facciamo chiudere le imprese per pagare il reddito di cittadinanza?».
Il reddito di cittadinanza proprio non le va giù. «Nessuno si è battuto come noi per aiutare i poveri».
Appunto: ora come fa a sostenere che non vanno aiutati? «Il reddito di cittadinanza come è configurato oggi non è una misura contro la povertà». E perché mai? «Lo Stato deve aiutare chi non è nella condizione di lavorare: minori, disabili, anziani. Non deve aiutare allo stesso modo un trentenne che può lavorare».
Ma quel trentenne, in teoria, sarà aiutato a trovare lavoro. «Il lavoro non c’è. E se tu non spendi i soldi per creare sviluppo non ci sarà mai. Dopodiché…».
Dopodiché? «Non sono dati miei: ma il reddito di cittadinanza va agli stranieri che sono stati dieci anni residenti in Italia e non agli italiani che negli ultimi anni sono stati tre mesi all’estero. Una follia: è l’unico reddito di cittadinanza per cui non serve la cittadinanza. E la cifra…».
780 euro sono troppi? «780 euro sono quelli che guadagnano molti italiani lavorando 40 ore al giorno. Ci vuole proporzione».
In ogni caso è la prima volta che si cerca di intervenire davvero per avvicinare domanda e offerta di lavoro. «Sì, coni navigator…».
Il nome, in effetti, non è felice. «Il nome è ridicolo. Ma la sostanza è anche peggio».
Perché? «Vengono assunte 10.000 persone come collaboratori, senza concorso. E poi si fa concorso per stabilizzarli».
Cosa c’è che non va? «Cosa c’è? Scherza? Nella pubblica amministrazione ci sono 70.000 vincitori di concorso le cui graduatorie sono stati abolite e che non verranno mai assunti dallo Stato. Poi ce ne sono 70.000 nelle attuali graduatorie. E 315.000 precari…».
Saranno scavalcati. «Già. Saranno scavalcati da 1o.ooo scelti non si sa come. È la cosa più clientelare che io abbia sentito in vita mia».
Dunque è pronta al referendum per l’abolizione? «Su queste storture sì, ma proveremo a migliorare il provvedimento in Parlamento».
Nemmeno la flat tax per la partite Iva le piace? «È solo l’estensione di una misura che c’era già. Siamo lontani anni luce dalla rivoluzione fiscale promessa».
Ci sono problemi di bilancio. «Sì ma c’era una cosa che si poteva fare subito, senza bisogno di coperture».
Che cosa? «Flat tax al 15 per cento per tutti su quello che si guadagna in più rispetto all’anno precedente. Noi l’avevamo proposta».
Ve l’hanno bocciata. «Mi piacerebbe capire se qualcuno l’ha mai letta».
È così avvelenata che tra un po’ mi boccia pure quota 100… «No, su quella siamo d’accordo. Ma non mi piace l’intervento delle banche per pagare il Tfr agli statali. Voglio vederci chiaro».
Che voto da complessivamente al governo? «Cinque».
E a Salvini? «Sette».
È stata la prima a dire che voterà no alla richiesta di processo per sequestro di persona. «Certo. E qualcuno mi deve spiegare perché nessuno ha pensato di indagare i ministri dei governi precedenti per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e per danno erariale».
Danno erariale? «Se nel nostro Paese, secondi dati del Viminale, sono entrati l’85 per cento di non aventi diritto e li abbiamo mantenuti a spese degli italiani, quelli erano soldi che non si potevano spendere. Qualcuno dovrà risponderne no?».
Vorrebbe il blocco navale, «L’unica vera soluzione possibile. E sentire il ministro Trenta ci lo definisce “un atto di guerra” mi cadere le braccia. Che cambiamento è se abbiamo ministri che parlano come Alfano e la Pinotti?».
Ha visto il fuori onda di Conte con la Merkel? «Mi sono vergognata. Il nostro premier era totalmente genuflesso. Neanche Renzi. Se questo è governo sovranista…».
Crede che sia possibile in Europa una maggioranza diversa? «Si, con un’alleanza che va di popolari al populisti. Noi abbiamo aderito al gruppo dei conservatori che è la terza famiglia europea pe grandezza. Possiamo fare da cerniera».
La Meloni punta all’equilibrio anche in Europa. E l’accusavano e essere estremista… «No. guardi: io punto a riportare la destra al governo».
E dire che dopo la nascita del governo gialloblù lei sembrava all’ angolo . . . «Ma ora c’è lo spazio per costruire la nuova formazione del centre destra».
Ma questa sua nuova formazione come sarà? Un partito con un simbolo nuovo? Una federazione? «Mi interessano poco le liturgie della politica. Mi interessano i contenuti. Voglio costruire un movimento con un unico obiettivo».
Quale? «C’è chi dice più Europa, noi diciamo più Italia».
Prima l’Italia? «Sì: “prima l’Italia” è anche meglio di “prima gli italiani”»
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Condivido parola per parola e per questo stampo il tutto a futura memoria. Io ci stò, “Avanti tutta” GIORGIA