
Intervista di Paola Di Caro
Una vittoria «storica», che regala al suo partito il primo presidente di Regione e un primato condiviso con la Lega: «Siamo gli unici, oltre a loro, ad aumentare i consensi, arrivando quasi al 7%. Il che conferma che possiamo crescere entrambi e che la crescita dell’uno non soffoca quella dell’altro. Avanziamo entrambi, ed è un segnale importante per gli elettori». È una bella giornata per Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia: «Molti pensavano che avremmo avuto meno voti rispetto alle Politiche, come peraltro in passato è successo ai partiti della destra italiana. E invece grazie ad una proposta seria e convincente, all’impegno degli alleati Salvini e Berlusconi che ringrazio e alla forza del nostro candidato Marco Marsilio, possiamo pensare davvero ad una nuova proposta politica per gli italiani».
Il voto in Abruzzo segna la nascita di un nuovo centrodestra? «Intanto segna l’affermazione della coalizione in un’altra importante regione italiana: i cittadini riconoscono il nostro buongovemo e ci premiamo. In particolare, avere un presidente di Fdl rappresenta la certezza che non ci saranno patti strani ne flirt con M5S o Pd. Poi certo, dal risultato emerge che noi e la Lega siamo già una coalizione vincente».
Cioè l’asse sovranista è già realtà? «I nostri partiti pur alleati restano distinti, ma hanno valori condivisi, idee comuni, hanno freschezza, innovazione, coraggio e un comune obiettivo: difendere prima di tutto gli interessi nazionali».
Ma FI non rientra nell’idea di nuovo centrodestra? «A livello locale sì, a livello nazionale ora il prossimo appuntamento è quello delle Europee, e siamo su posizioni molto diverse: loro difendono lo status quo, noi vogliamo cambiare tutto, non piegarci agli interessi franco-tedeschi. Saranno gli italiani a dirci quale è la strada che si deve imboccare».
Significa che sarà il voto delle Europee a delineare la nuova coalizione e a decidere un’eventuale alleanza con FI? «Non mi piace entrare in casa d’altri, ma assisto a un dibattito molto acceso in FI. Io condivido la posizione di Toti, ma non mi è chiaro quale strada, quale direzione FI voglia prendere, visto che c’è anche chi fra gli azzurri risponde agli appelli di Calenda…».
Berlusconi però in Abruzzo ha portato alla coalizione quasi il 10% dei voti: se ne può fare a meno o comunque pensate di renderlo ininfluente magari sorpassando FI con i vostri voti? «Saranno gli italiani a decidere. Io oggi ringrazio Berlusconi, che come sempre si è speso con generosità e dimostra le sue grandi capacità. Ma dico anche che FI deve chiarirsi al proprio interno».
Lei pensa ad un asse sovranista, ma per Salvini il governo va avanti: quanto tempo potete ancora aspettare? «Non do ultimatum, non dico a nessuno “stacca la spina”, non tifo per lo sfascio e non faccio la veggente sulla durata del governo. Io voglio costruire l’alternativa più seria possibile a questo governo: se ci riusciremo, come sempre in politica, le cose verranno da sé».
Quanto del risultato del centrodestra è vostro merito e quanto conseguenza dello stop di M5S ePd? «La scelta del candidato ha contato molto nella nostra vittoria: quando indichiamo qualcuno, come fu con Musumeci in Sicilia, con Biondi sindaco dell’Aquila e ora con Marsilio, con Tomasi a Pistola, non sbagliamo, sappiamo quello che facciamo. Poi è vero che gli abruzzesi hanno preso le distanze dal Pd, ormai ridotto a percentuali drammatiche, e dal M5S che ha incassato una sconfitta sonora. Farebbero bene a prenderne atto umilmente e ad imparare, invece parlano di “una sconfitta per la democrazia” o si ritirano in silenzio stampa, come Di Maio e Di Battista. E meno male che in Abruzzo non ci sono le giurie, come a Sanremo, che cambiano il voto popolare».
1 commento
Il terreno e’stato arato e ben concimato quindi si e’ passati alla semina, ora dobbiamo aspettare per il raccolto.Se non ci saranno alluvioni, gelate o disastri vari, il raccolto dovrebbe essere buono.
Per l’Europa……. il sogno di Berlusconi e’ di esserci, poi per l’Italia…… c’e’ tempo dice lui. Per noi viene prima l’Italia poi l’Europa.