Sono fiera di poter annunciare la presenza del professor Francesco Alberoni nelle liste di Fratelli d’Italia alle elezioni europee. Sociologo, scrittore, professore e rettore: Alberoni è una importantissima personalità della cultura italiana, con la quale avrò l’onore di condividere la guida della lista di FdI alle europee nella circoscrizione Nord Ovest. È una persona che conosce bene l’Italia, le sue grandezze e i suoi limiti, e può rappresentarla al meglio in Europa. La sua presenza nelle nostre liste è motivo di grande orgoglio e dimostra anche il lavoro importante che Fratelli d’Italia ha fatto in questi anni nel campo della cultura.
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Mi compiaccio e condivido la scelta del Prof. Alberoni di partecipare alla imminente tornata elettorale nelle liste di Fratelli d’Italia alle elezioni europee.
Richiamo l’attenzione di Giorgia MELONI, alla quale va tutta la mia simpatia, sulla Ipotesi di Nuova Costituzione già segnalata come apporto concreto per la ricostruzione di una Stato che ridia dignità agli italiani. ad Maiora!
rancesco Carlo BIANCA
Congratulazioni e auguri.
Le sorti di una Nuova Italia dipendono dalla radicale riforma della costituzione del 1948, ormai obsoleta.
Senza alcuna presunzione, sull’argomento ritengo che per andare incontro alle vere attese del Popolo Italiano sia necessario procedere ad una completa revisione delle nostre Istituzioni, centrali e locali, ab imis fundamentis, mediante la partecipazione, permanente e diretta, di persone qualificate della SOCIETA’ CIVILE nella Amministrazione della COSA PUBBLICA.
Senza tali riforme, ogni tentativo di mettere ordine nei bilanci delle Pubbliche Istituzioni è destinato a rimanere un puro esercizio verbale, peraltro frammentario ed inconcludente.
Su tali presupposti segnalo alcune delle mie considerazioni contenute in un Progetto di Nuova Costituzione, il cui testo integrale è possibile scaricare dal sito: http://www.nuovacostituzione.it.
Tale progetto potrebbe costituire lo schema per un dialogo costruttivo tra quanti abbiano interesse alla modernizzazione e moralizzazione del nostro PAESE e favorire il superamento di quel chiacchiericcio parlamentare che tanti danni, materiali e morali, ha arrecato e continua ad arrecare alla Società civile.
Disponibile per ulteriori chiarimenti.
Francesco Carlo BIANCA
MANIFESTO
PER UNA
NUOVA COSTITUZIONE
Il punto centrale delle riforme costituzionali, dolosamente sottaciuto dai mestieranti della politica, è costituito dalla necessità per la Comunità Nazionale di riappropriarsi della SOVRANITA’, da costoro monopolizzata con l’occupazione di tutti gli Organi vitali dello Stato da cui hanno spolpato ogni risorsa materiale, nell’esclusivo interesse personale e delle rispettive Congreghe partitocratiche.
Ciò è stato possibile e lo sarà sempre a causa della pretesa, connaturata al sistema dei Partiti, di considerarsi essi i soli interpreti delle aspirazioni e dei bisogni del POPOLO; affermazione palesemente falsa dato che un REGIME di DEMOCRAZIA veramente equilibrato deve necessariamente poggiare su i due pilastri di cui è costituita la Comunità: “partitico-elettivo” e “qualitativo-selettivo”; così come delineato in una Ipotesi di una “NUOVA COSTITUZIONE” di cui si elencano, in modo non esaustivo, i seguenti PRINCIPI: 1) nei procedimenti di elaborazione e approvazione delle normative legislative-regolamentari assicurarne la rispondenza ai reali interessi della Comunità mediante l’apporto, qualificato sul piano culturale e professionale, di cittadini estranei alla militanza nei Partiti, designati dalle Categorie professionali, produttrici di beni e di servizi; 2) attribuire la Personalità Giuridica di diritto privato alle FORMAZIONI di PARTITO e SINDACALI; 3) ridurre il numero dei membri delle Assemblee Elettive, con limite di partecipazione a due sole legislature nei relativi Consessi; 4) equiparare la normativa economica e previdenziale dei membri delle Assemblee elettive a quella comune in materia di lavoro subordinato e comunque assoggettabile a iniziativa referendaria, abrogativa; 5) eliminare qualsiasi forma di finanziamento pubblico a favore delle organizzazioni partitiche; 6) istituire un Parlamento Monocamerale composto solo da trecento membri: duecento, espressione delle formazioni di Partito e cento, espressione di una Conferenza Nazionale, rappresentativa delle varie discipline d’insegnamento nelle Università Statali e Libere, nonché degli Ordini e Associazioni Professionali; 7) attribuire al Primo Ministro, Capo dell’esecutivo, poteri di nomina e di revoca dei propri ministri in numero non inferiore a dieci e non superiore a quindici; 8) eleggere il Presidente della Repubblica tra le Personalità, individuate dal Parlamento, estranee alla militanza nei Partiti, che abbiano dato prestigio alla Patria nel campo della cultura umanistica, scientifica, letteraria e artistica; 9) eleggere i Giudici Costituzionali a mezzo di una Conferenza Nazionale dei rappresentanti delle Università Statali e Libere, del Consiglio Nazionale Forense e dei Dottori Commercialisti; 10) fissare al trenta per cento l’aliquota massima applicabile sul reddito netto, tassabile, delle persone fisiche e giuridiche, nel rispetto della principio di progressività delle imposte; 11) eliminare le sovrimposte e le addizionali; 12) applicare le aliquote relative alla imposizione indiretta sui consumi e sui trasferimenti con salvaguardia dei beni vitali dell’esistenza; 13) unificare le giurisdizioni: ordinaria, amministrativa, contabile e tributaria riservando, nei vari gradi di giurisdizione, una percentuale di posti agli avvocati e dottori commercialisti; 14) sopprimere le Regioni e le Province; 15) unire o fondere i Comuni con popolazione residente inferiore ai ventimila abitanti; 16) istituire, in Aree Metropolitane, Conferenze Permanenti come Enti Amministrativi Territoriali di coordinamento e raccordo intercomunale delle varie attività locali, da costituire con un numero di Comuni non inferiore a venti e popolazione complessiva non inferiore ad un milione di residenti; 17) attribuire direttamente a tali Enti quote di tributi erariali, accertati e riscossi nei rispettivi territori; 18) istituire una Conferenza Nazionale Permanente degli Enti Amministrativi Territoriali, per la valutazione comparativa dell’azione amministrativa e gestione dei servizi nelle varie Aree Metropolitane, con il compito di individuare i procedimenti più idonei a garantire la migliore efficienza ed economicità nei servizi erogati.
La realizzazione di tale progetto costituzionale, che richiederebbe coraggio e forza morale, e le cui norme, precettive e programmatiche, andrebbero realizzate per gradi, si rende ormai ineludibile per un reale processo di ristrutturazione e risanamento, morale e finanziario, degli Organi Costituzionali e della Pubblica Amministrazione.
BIANCA Francesco Carlo (www.nuovacostituzione.it”)
Inviata da Windows Mail
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Ritengo che la proposta in questione, che devo analizzare e capire nei dettagli, sia degna di grande attenzione. L’ Italia anti fascista cosiddetta, e’ in realta’ frantumata dalla partitocrazia, versione parlamentare del particolarismo feudale e municipale, localistico, lobbistico, mafioso e camorristico, che e’ insinuato nei gangli stessi dello Stato. Basta vedere la magistratura. Ristabilire il principio di SOVRANITA’ nazionale, in opposizione alla deriva mondialista che invece vuole eliminarci del tutto come nazione e come popolo. Riducendoci a gregge senza nome e tritume fatto di servi senza identita’ alcuna. Con la benedizione piddina o piddiota, Vaticano bergogliana, radical chic alla Bonino e annessi gregari.
Ringrazio il Collega Franco Cordiale per l’attenzione. Non conoscendo il suo indirizzo di posta elettronica, non ho potuto inviargli il testo integrale della “Ipotesi” che, comunque, è reperibile in: “www.nuova costituzione.it” o “francescocarlobianca”.
Ad ogni modo, per capire ed analizzare i dettagli, trasmetto una sintesi più circostanziata della Ipotesi in questione.
LA COSTITUZIONE DEGLI ITALIANI
Le riforme necessarie per modernizzare e moralizzare l’ Italia
Settima Edizione
2005-2018
Ancora nell’anno 2018, la situazione politico-istituzionale continua a esasperare il conflitto sociale a causa delle mancate riforme, annunciate e mai attuate; intanto, il debito pubblico ha superato i 2000 miliardi di Euro, toccando la percentuale del 132,6 del Prodotto interno Lordo, mentre la spesa aumenta, alimentata dai privilegi di cui continuano a godere i politicanti, che si foraggiano a tutti i livelli, fino ai gruppuscoli a carattere familiare.
Lo sforzo di qualche uomo politico e la rara Stampa, che si danno carico del disagio in cui versa la Comunità Nazionale, non riescono a smuovere i mestieranti dalla posizione in cui si sono arroccati; mentre le incertezze ideologiche e la mancanza di senso morale impediscono sbocchi risolutivi verso un radicale, nuovo assetto dello Stato, idoneo a risvegliare nella Comunità Nazionale quel senso di idealità, degno di una Nazione civile.
Da tale premessa discende l’urgenza di promuovere un Secondo Umanesimo il quale, riaffermato il ruolo centrale della Persona Umana nel contesto sociale, permetta alla Comunità di riappropriarsi della Sovranità di cui da tempo risulta surrettiziamente spogliata; sovranità che ha il diritto di esprimere non solo per mezzo della rappresentanza “partitico- elettiva”, la quale, per propria natura, non può che interpretare e tutelare i bisogni e gli interessi, settoriali delle contrapposte categorie sociali, peraltro collocati in un contingente e limitato orizzonte temporale, ma anche per mezzo della rappresentanza “qualitativa-selettiva”, la quale, invece, anch’essa per propria natura, è portata ad interpretare bisogni e interessi, generali, collocati in un più vasto e duraturo orizzonte temporale, date le finalità di tutela del patrimonio morale, culturale e materiale del Paese, le cui radici affondano nella continuità della sua storia.
A questo punto è necessario prendere atto che con il miserevole tramonto delle ideologie, false e bugiarde, l’organizzazione dello Stato, quale strumento di proiezione materiale della Comunità, non è più soltanto un fatto ideologico quanto, piuttosto, una necessità tecnico-giuridica, funzionale ai fini dell’auspicata giustizia sociale, senza la quale ci attende il baratro del fallimento.
In conclusione, la rappresentanza politica non può più essere attribuita ai soli Partiti in modo monopolistico, (peraltro, giuridicamente assimilati a semplici associazioni di fatto a livello di squadrette calcistiche di borgata), ma anche alle Organizzazioni Laiche, produttive di beni e di servizi, più qualificate per le loro specificità professionali a concorrere in modo concreto e incisivo all’elaborazione e approvazione di progetti di riforma che corrispondano ai reali interessi dei cittadini.
In concreto
sul piano dell’Organizzazione dello Stato
realizzare:
1) la riduzione del numero dei membri di tutte le Assemblee Elettive, politiche e amministrative, con l’attiva partecipazione in tali Consessi di qualificati cittadini, estranei alla militanza nei partiti, idonei a conferire una più convincente legittimità ai procedimenti di formazione della volontà popolare; 2) l’attribuzione della personalità giuridica di diritto privato alle formazioni politiche che intendano partecipare alle tornate elettorali; 3) l’ineleggibilità alle cariche elettive di coloro che, in via definitiva, siano stati condannati per delitto doloso a una pena non inferiore a due anni; 4) l’ineleggibilità alle cariche elettive, fino ai due anni successivi all’effettiva cessazione delle funzioni e risoluzione del rapporto di lavoro, dei cittadini che rivestano cariche pubbliche di particolare importanza e visibilità; 4) l’equiparazione della normativa economica e previdenziale dei membri delle Assemblee elettive a quella comune in materia di lavoro subordinato, comunque assoggettabile alla iniziativa referendaria, abrogativa, con l’eliminazione di qualsiasi finanziamento pubblico ai Partiti; 5) l’istituzione di un Parlamento, monocamerale, formato da trecento membri: duecento, eletti dal Popolo per due sole legislature, e cento, designati dagli Ordini e Associazioni professionali per una sola legislatura ; 6) l’applicazione al trenta per cento dell’aliquota massima sul reddito netto, tassabile, delle persone fisiche e giuridiche, nel rispetto del principio di progressività dell’imposte, con la salvaguardia dei beni vitali dell’esistenza nei settori dell’imposizione indiretta sui consumi e sui trasferimenti; 7) l’assoggettamento ad aliquote speciali dei profitti derivanti da attività speculative; 8) l’eliminazione delle sovraimposte e delle addizionali su qualsiasi forma d’imposizione fiscale; 9) l’attribuzione al Primo Ministro, Capo dell’Esecutivo, dell’intera responsabilità politica nell’azione di governo, con poteri di nomina e di revoca dei propri ministri, di numero non inferiore a dieci e non superiore a quindici; 10) l’istituzione della figura di un “Capo della Opposizione” e di un suo “governo ombra”; 11) l’individuazione del Presidente della Repubblica tra le Personalità, estranee alla militanza nei Partiti, che abbiano acquistato meriti per aver dato lustro alla Patria nel campo umanistico, scientifico, letterario e artistico; 12) la riorganizzazione della Pubblica amministrazione in cui il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, dismesse le funzioni di giudici speciali, svolgano, il primo, funzioni di Consulenza e di Alta Dirigenza nell’Amministrazione della Cosa Pubblica e il secondo, funzioni di Supremo Organo di controllo, preventivo e successivo, di legittimità e di merito, sugli atti che comportino spese a carico degli Enti Pubblici e di quegli Enti privati che, a qualsiasi titolo, amministrino beni o denaro pubblico;
sul piano della Giustizia
realizzare:
13) l’unificazione delle giurisdizioni: ordinaria, amministrativa, contabile, tributaria, e l’istituzione di un Ordine Giudiziario costituito dalla sola Magistratura Giudicante; 14) l’immissione, nei vari gradi di giurisdizione, di giudici e pubblici ministeri reclutati tra gli avvocati e i dottori commercialisti; 15) l’istituzione del Promotore di Giustizia, Pubblico ministero, quale rappresentante della Comunità Nazionale per la proposizione dei giudizi di responsabilità a carico dei magistrati e dei pubblici ministeri; 16) l’attribuzione all’Avvocatura dello Stato di nuove competenze in materia di consulenza, assistenza e rappresentanza in giudizio; 17) l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale a mezzo di una Conferenza Nazionale delle Università Statali e Libere, degli Ordini Nazionali Forensi e dei Commercialisti tra le Personalità Eminenti dei suddetti Ordini, estranei alla militanza nei Partiti;
sul piano dell’Amministrazione Locale
realizzare:
18) la soppressione delle Regioni, delle Province, la fusione o unione dei Comuni con popolazione residente inferiore ai ventimila abitanti; 19) l’istituzione, quali Enti di Coordinamento e di raccordo intercomunale delle varie attività locali, di Conferenze Permanenti in Aree Territoriali Metropolitane che abbiano un numero di Comuni non inferiore a venti e di abitanti non inferiore ad un milione; 20) l’attuazione del federalismo fiscale, mediante l’attribuzione diretta a ciascuna Area Territoriale Metropolitana, di quote di tributi erariali, accertati e riscossi nel rispettivo territorio; 20) l’istituzione di una Conferenza Nazionale Permanente delle Aree Territoriali Metropolitane per la valutazione comparativa dell’azione amministrativa e gestione dei servizi nelle varie Aree e il compito di individuare i procedimenti più idonei a garantire le migliore efficienza ed economicità dei servizi erogati.
La realizzazione di tale normativa si rende ormai indispensabile per un reale processo di risanamento, morale e finanziario, che possa permettere di ridurre il debito pubblico entro limiti fisiologicamente accettabili ed eliminare, per quanto possibile, l’attività predatoria di congreghe partitocratiche, da tempo squalificate.
Francesco Carlo BIANCA
Se posso permettermi di rilevare, Egregio Dottor Bianca, qualche linea centrale nella sua non semplice elencazione di proposte, ne noto le seguenti:
– superamento di una mera democrazia “quantitativa” fondata sul numero dei consensi (calcolati secondo sistemi sempre imperfetti e discutibili), per dare spazio e opportunità a una rappresentanza che Lei chiama “qualitativo-selettiva”, valutata e scelta dagli Ordini Professionali.
– non reiterazione delle cariche elettive, se non dopo un intervallo temporale: come ai tempi dell’antica repubblica di Roma
– repubblica presidenziale vera: non repubblica di Pulcinella come la nostra…
-parlamento monocamerale: ma questo l’aveva già proposto Matteo Renzi, destinando il senato a luogo di persone delegate, appunto, dagli enti amministrativi come le regioni e dagli ordini professionali, se ben ricordo.
-Piena attribuzione di poteri al Capo di governo: piena forza operativa e connessa responsabilità politica, come in Francia, Germania e USA.
-Unificazione amministrativa, invece del caos attuale. Da noi, democrazia fa rima con COMPLICAZIA. Non è così ? Ne so anch’io qualcosa, dentro da oltre un decennio in una vicenda di esproprio di beni privati per ragioni di pubblica utilità: leggi costruzione autostrada.
– Istituzione di un PROMOTORE di GIUSTIZIA: sul rapporto tra magistratura e cittadini. Un organismo “supra partes” del quale in effetti avremmo bisogno.
Qui mi fermo, per ora.
Ma per quel che mi riguarda, interverrei su quel pastrocchio anarcoide e clientelare che sta diventando la scuola italiana: un mix tra il CENTRO di ACCOGLIENZA ed il SUPERMARKET delle “offerte formative” dentro cui trovi letteralmente di tutto: stage, progetti i più fantasiosi, partecipazioni e iscrizioni a congressi, seminari, settimane “autogestite”, “classi capovolte” secondo i dettami sedicenti innovativi della “peer education”, in un crescendo americaneggiante, ovviamente enunciato in slang anglofono. I risultati del fantasmagorico carrozzone iper democratico non mancano: semi-analfabetismo galoppante, promozionismo d’obbligo, tolleranza di qualsiasi comportamento, bullismo e teppismo inclusi. La destra non conosce la scuola: ma chi ci lavora da 40 anni, sì! Gli stessi che si sono via via spostati a destra, preso atto dello SFASCIUME assecondato e programmato dal potere.