Una Giornata nazionale contro le persecuzioni dei cristiani nel mondo e una risoluzione in Commissione Esteri per condizionare ogni trattato bilaterale con il Pakistan all’abolizione della legge sulla blasfemia e a subordinare i fondi destinati alla cooperazione a progressi concreti nel pluralismo religioso. Grazie all’Integruppo parlamentare per la difesa della libertà religiosa dei cristiani nel mondo, oggi abbiamo ascoltato alla Camera dei deputati la bellissima testimonianza di Paul Bhatti, fratello dell’ex ministro pachistano per le minoranze religiose Shahbaz, assassinato nel 2011 dai fondamentalisti islamici. Dopo il caso di Asia Bibi, continuiamo a chiedere che l’Italia, l’Unione Europea e tutto l’Occidente difendano la comunità cristiana in Pakistan, considerata una ‘casta’ inferiore da discriminare, marginalizzare e perseguitare.
Giu 27
4 commenti
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C’è QUALCOSA CHE POSSO FARE IO?
fortunatamente i cristiani non rispondono con la violenza, e la vendetta e,come Cristo ha dato l’esempio, chiedono che Allah perdoni quelli che non sono responsabili delle loro azioni
Sono d’accordo con la presidente Meloni . Non in pieno con chi aspetta il giudizio universale per ottenere giustizia. Noi siamo le braccia le gambe e l’intelletto di Cristo almeno qui. Abbiamo l’obbligo di fare il possibile per proteggere i fratelli perseguitati. Ho avuto a che fare con i musulmani pachistani e come donna non valevo niente per loro , ma come donna da insidiare è sufficiente che io sia cristiana. Loro hanno il permesso dal loro Dio. Li ho dovuti allontanare e ho ancora paura di incontrarli.
Sono d’accordo con la presidente Meloni e un po’ meno con chi aspetta il giudizio universale per muoversi. Noi siamo le gambe e le braccia e l’intelletto di Cristo qui e ora. Ho avuto a che fare con i pakistani musulmani. Per loro non valevo niente come donna, ma poteva insidiarmi perché cristiana. Il loro Dio gli dava il permesso. Aiutiamo adesso i cristiani perseguitati in Pakistan e nel mondo.