Le priorità del Governo in piena crisi da epidemia Covid: il rimpasto dei ministri per dare il giusto peso alle varie correnti, bande e tribù che compongono l’accozzaglia della maggioranza. Gente inetta e irresponsabile, disposta a tutto per rimanere incollata alla poltrona. L’unico rimpasto utile sarebbe quello deciso dagli italiani con libere elezioni.
6 commenti
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Già
L’opposizione all’evidenza dei fatti siete davanti a una banda di disperati dai piani alti non può fermare questa barbarica di disonesti che ci affondano tutti e in tutti i sensi???fate la voce grossa e le leggi le conoscete per fermare questi disonesti
Di Maio,il ragazzino,dice che non c’è nessun rimpasto in vista. Ma i loro disaccordi sono evidenti. E mentre i ciuchi litigano (loro) i barili si rompono-NOI!
On meloni…a proposito di rimpasti…attenzione a forza itslia.vedi troppe aperture al governo.lei e salvini dovete staccarvi da forza italia e correre da soli.
Carissima, da come si stanno mettendo le cose, da come pensano di gestire questo ultimo spostamento di bilancio, da come si esprime oggi Berlusconi, forse era meglio non votarlo, restando decisamente all’opposizione. Aiutare questa gente incapace, anche se per il bene degli italiani, non ha avuto e non avrà il risultato che tu e noi speravamo. Non ha senso votare qualsiasi altra cosa, o ne perderemo in stima e fiducia. Sempre vicina
LA COSTITUZIONE DEGLI ITALIANI
Le riforme necessarie per modernizzare e moralizzare l’Italia
2005-2020
Ancora nell’anno 2020, la situazione politico-istituzionale continua a esasperare il conflitto sociale a causa delle mancate riforme, annunciate e mai attuate; intanto, il debito pubblico ha superato i 2000 miliardi di Euro e si avvia a superare addirittura il 150% del Prodotto interno Lordo, mentre la spesa aumenta, alimentata dai privilegi di cui continuano a godere i politicanti, che si foraggiano a tutti i livelli, fino ai gruppuscoli a carattere familiare.
Lo sforzo di alcuni politici e la rara Stampa, che si fanno carico del disagio in cui versa la Comunità Nazionale, non riescono a smuovere i mestieranti dalla posizione in cui si sono arroccati; mentre le incertezze ideologiche e la mancanza di senso morale impediscono sbocchi risolutivi verso un radicale, nuovo assetto dello Stato, idoneo a risvegliare nella Comunità Nazionale quel senso di idealità e italianità, degno di una Nazione civile.
Da tale premessa discende l’urgenza di promuovere un Secondo Umanesimo il quale, riaffermato il ruolo centrale della Persona Umana nel contesto sociale, permetta alla Comunità di riappropriarsi della Sovranità di cui da tempo risulta surrettiziamente spogliata; sovranità che ha il diritto di esprimere non solo per mezzo della rappresentanza “partitico-elettiva”, la quale, per propria natura, non può che interpretare e tutelare i bisogni e gli interessi settoriali delle contrapposte categorie sociali, peraltro collocati in un contingente e limitato orizzonte temporale, ma anche per mezzo della rappresentanza “qualitativa-selettiva”, la quale, invece, anch’essa per propria natura, è portata ad interpretare bisogni e interessi generali collocati in un più vasto e duraturo orizzonte temporale, date le finalità di tutela del patrimonio morale, culturale e materiale del Paese, le cui radici affondano nella continuità della sua storia.
A questo punto è necessario prendere atto che con il miserevole tramonto delle ideologie, false e bugiarde, l’organizzazione dello Stato, quale strumento di proiezione materiale della Comunità, non è più soltanto un fatto ideologico quanto, piuttosto, una necessità tecnico-giuridica, funzionale ai fini dell’auspicata giustizia sociale senza la quale ci attende il baratro del fallimento.
In conclusione, la rappresentanza politica non può più essere attribuita ai soli Partiti in modo monopolistico (peraltro, giuridicamente assimilati a semplici associazioni di fatto a livello di squadrette calcistiche di borgata), ma anche alle Organizzazioni Laiche, produttive di beni e di servizi, più qualificate per le loro specificità professionali a concorrere in modo concreto e incisivo all’elaborazione e approvazione di progetti di riforma che corrispondano ai reali interessi dei cittadini.
In concreto, sul piano dell’Organizzazione dello Stato realizzare:
la riduzione del numero dei membri di tutte le Assemblee Elettive, politiche e amministrative, con l’attiva partecipazione in tali Consessi di qualificati cittadini, estranei alla militanza nei partiti, idonei a conferire una più convincente legittimità ai procedimenti di formazione della volontà popolare; 2) l’attribuzione della personalità giuridica di diritto privato alle formazioni politiche che intendano partecipare alle tornate elettorali; 3) l’ineleggibilità alle cariche elettive di coloro che, in via definitiva, siano stati condannati per delitto doloso a una pena non inferiore a due anni; 4) l’ineleggibilità alle cariche elettive, fino ai due anni successivi all’effettiva cessazione delle funzioni e risoluzione del rapporto di lavoro, dei cittadini che rivestano cariche pubbliche di particolare importanza e visibilità; 4) l’equiparazione della normativa economica e previdenziale dei membri delle Assemblee elettive a quella comune in materia di lavoro subordinato, comunque assoggettabile
all’iniziativa referendaria, abrogativa, con l’eliminazione di qualsiasi finanziamento pubblico ai Partiti; 5) l’istituzione di un Parlamento, monocamerale, formato da trecento membri: duecento, eletti dal Popolo per due sole legislature, e cento, designati dagli Ordini e Associazioni professionali per una sola legislatura; 6) l’applicazione al trenta per cento dell’aliquota massima sul reddito netto, tassabile, delle persone fisiche e giuridiche, nel rispetto del principio di progressività dell’imposte, con la salvaguardia dei beni vitali dell’esistenza nei settori dell’imposizione indiretta sui consumi e sui trasferimenti; 7) l’assoggettamento ad aliquote speciali dei profitti derivanti da attività speculative; 8) l’eliminazione delle sovraimposte e delle addizionali su qualsiasi forma d’imposizione fiscale; 9) l’attribuzione al Primo Ministro, Capo dell’Esecutivo, dell’intera responsabilità politica nell’azione di governo, con poteri di nomina e di revoca dei propri ministri, di numero non inferiore a dieci e non superiore a quindici; 10) l’istituzione della figura di un “Capo della Opposizione” e di un suo “Governo Ombra”; 11) l’individuazione del Presidente della Repubblica tra le Personalità, estranee alla militanza nei Partiti, che abbiano acquistato meriti per aver dato lustro alla Patria nel campo umanistico, scientifico, letterario e artistico; 12) la riorganizzazione della Pubblica amministrazione in cui il Consiglio di Stato e la Corte dei Conti, dismesse le funzioni di giudici speciali, svolgano, il primo, funzioni di Consulenza e di Alta Dirigenza nell’Amministrazione della Cosa Pubblica e il secondo, funzioni di Supremo Organo di controllo, preventivo e successivo, di legittimità e di merito, sugli atti che comportino spese a carico degli Enti Pubblici e di quegli Enti privati che, a qualsiasi titolo, amministrino beni o denaro pubblico;
sul piano della Giustizia, realizzare:
13) l’unificazione delle giurisdizioni: ordinaria, amministrativa, contabile, tributaria, e l’istituzione di un Ordine Giudiziario costituito dalla sola Magistratura Giudicante; 14) l’immissione, nei vari gradi di giurisdizione, di giudici e pubblici ministeri reclutati tra gli avvocati e i dottori commercialisti; 15) l’istituzione del Promotore di Giustizia, quale rappresentante della Comunità Nazionale per la proposizione dei giudizi di responsabilità a carico dei magistrati e dei pubblici ministeri; 16) l’attribuzione all’Avvocatura dello Stato di nuove competenze in materia di consulenza, assistenza e rappresentanza in giudizio; 17) l’elezione dei giudici della Corte Costituzionale a mezzo di una Conferenza Nazionale delle Università Statali e Libere, degli Ordini Nazionali Forensi e dei Commercialisti tra le Personalità Eminenti dei suddetti Ordini, estranei alla militanza nei Partiti;
sul piano dell’Amministrazione Locale, realizzare:
18) la soppressione delle Regioni e delle Province; 19) la fusione o unione dei Comuni con popolazione residente inferiore ai ventimila abitanti; 20) l’istituzione, quali Enti Amministrativi di Coordinamento e di raccordo intercomunale delle varie attività locali, di Conferenze Permanenti in Aree Territoriali Metropolitane che abbiano un numero di Comuni non inferiore a venti e di abitanti non inferiore ad un milione; 20) l’attuazione del federalismo fiscale, mediante l’attribuzione diretta a ciascuna Area Territoriale Metropolitana, di quote di tributi erariali, accertati e riscossi nel rispettivo territorio; 20) l’istituzione di una Conferenza Nazionale Permanente delle Aree Territoriali Metropolitane, per la valutazione comparativa dell’azione amministrativa e gestione dei servizi nelle varie Aree e il compito di individuare i procedimenti più idonei a garantire le migliore efficienza ed economicità dei servizi erogati.
Tale normativa, da realizzare per gradi, si rende ormai indispensabile per un reale processo di risanamento, morale e finanziario, che possa permettere di ridurre il debito pubblico entro limiti fisiologicamente accettabili ed eliminare, per quanto possibile, l’attività predatoria di congreghe partitocratiche, da tempo squalificate, nonché la insignificanza del nostro Paese nel contesto internazionale.
Avv. Prof. Francesco Carlo BIANCA – http://www.nuovacostituzione.it –