L’editoriale del presidente di FdI: «Non si può rilevare una infrastruttura stradale con questi punti di debolezza che richiedono costosi interventi di estrema urgenza»
È ancora forte il ricordo della tragedia del Ponte Morandi, ma le vicende di questi giorni sulla cessione di ASPI sembrano indicare come non si sia imparato nulla da quella circostanza, generata da deficit di controlli e responsabilità. Il 31 maggio si svolgerà l’Assemblea di Atlantia che esprimerà parere consultivo sull’offerta vincolante per la cessione dell’intera partecipazione in ASPI (Autostrade per l’Italia) a favore del consorzio controllato da Cassa Depositi e Prestiti (CDP). All’Assemblea seguirà qualche giorno dopo il CdA di Atlantia, che si riunirà per la decisione finale. Scelta ineluttabile? No, vi sono infatti valutazioni che spingono a riconsiderare l’intera vicenda.
Lo scorso 20 maggio, in audizione parlamentare, il rappresentante del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità Sostenibile (MIMS), ha tracciato un quadro a dir poco allarmante dello stato di sicurezza della rete autostradale controllata da ASPI. E così abbiamo appreso che, su un campione di 200 viadotti ispezionati, è stato disposto nel 5% dei casi l’interdizione totale del traffico, nell’89% dei casi una nuova regolamentazione del traffico che ha interessato quasi esclusivamente i mezzi pesanti, mentre solo per il 6% dei casi non è stata adottata alcuna misura.
Le ragioni del dissesto? Non solo di natura statica, dovuti cioè al peso che insiste su piloni danneggiati dall’usura del tempo, ma anche di natura dinamica, dovuti all’effetto ondulatorio generato dai mezzi ultra pesanti in frenata su viadotti e ponti. Qui sorge il problema della vendita di ASPI e del rischio che CDP si sta accollando, esponendo lo Stato ed i risparmi postali degli italiani alle conseguenze di potenziali cedimenti di opere infrastrutturali, con le prevedibili conseguenze di perdite di vite e di conseguenti cause di rivalse delle parti offese.
Non si può rilevare una infrastruttura stradale con questi punti di debolezza che richiedono costosi interventi di estrema urgenza. Vi sono tutti gli estremi per reclamare il ripristino di adeguate condizioni di sicurezza della rete autostradale prima del passaggio di proprietà a favore del Consorzio guidato da CDP. Le dichiarazioni ascoltate in audizione parlamentare rappresentano infatti un caso tipico di MAC (Material Adverse Change) in base al quale è possibile reclamare la revisione dei contratti in essere. È proprio di pochi giorni fa l’appello di Egle Possetti, portavoce delle vittime del Ponte Morandi, che ha invitato il governo a interrompere le trattative per la cessione di ASPI “…per non dare un altro lutto alle famiglie”. CDP fermi allora le macchine e richieda ad ASPI gli interventi sulla rete autostradale dovuti, prima della cessione.
Giorgia Meloni
Presidente di Fratelli d’Italia
4 commenti
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Sarebbe meglio richiedere le spese sostenute per gli interventi sulla rete autostradale. I lavori li gestirà lo stato italiano.
Pienamente d’accordo.
Condivido il suo discorso giorgia, una gestione più occultata con criteri buoni.
Ringrazio il Prof. Monti ad aver posto l’imposta di bollo sui depositi a risparmio dei libretti! Unico Paese al mondo che che tartassa il risparmio, tanto per onorare l’art.47 della nostra/loro Costituzione! Fra non molto ci sarà da ridere quando tutti ritireranno i loro risparmi ed imiteranno i loro Avi, ossia ponendoli sotto il e sarà allora vedere come i grandi Amministratori dell’altrui denaro potranno fare i comodi loro!