Meloni a Libero: Il mio impegno per Borsellino, troveremo tutti i colpevoli

Ricordo benissimo quel 19 luglio di 30 anni fa. Ero seduta nel tinello di casa di mia madre, in una giornata caldissima, mentre in tv scorrevano le immagini della devastazione causata dall’esplosione in via D’Amelio. Percepisco ancora oggi la rabbia mista all’emozione. Fu una specie di interruttore che accese qualcosa dentro di me. Da quel giorno in poi tutto è cambiato e da lì è iniziata la lunga storia che ci ha portato fino a qui. La lotta alla mafia è una delle r

Ricordo benissimo quel 19 luglio di 30 anni fa. Ero seduta nel tinello di casa di mia madre, in una giornata caldissima, mentre in tv scorrevano le immagini della devastazione causata dall’esplosione in via D’Amelio. Percepisco ancora oggi la rabbia mista all’emozione. Fu una specie di interruttore che accese qualcosa dentro di me. Da quel giorno in poi tutto è cambiato e da lì è iniziata la lunga storia che ci ha portato fino a qui. La lotta alla mafia è una delle ragioni per le quali abbiamo iniziato a fare politica e per le quali continuiamo a farla. La battaglia contro la criminalità è tutt’altro che conclusa. La mafia è multiforme, si annida nei territori, allunga le sue mani sporche nelle Istituzioni, si nutre delle energie migliori dello Stato. Un impegno che Fratelli d’Italia declina tutti giorni in Parlamento su provvedimenti cruciali. Penso all’impegno per la difesa dell’ergastolo ostativo, istituto nato negli anni delle stragi dall’intuizione di Falcone e che ha permesso di infliggere colpi durissimi a Cosa Nostra. Uno strumento che, impedendo ai condannati per mafia non collaboranti di ottenere qualsiasi beneficio di legge e sconto di pena, permette di perseguire due obiettivi: da una parte incentivare i mafiosi a collaborare con la giustizia; dall’altra impedire a coloro che non recidono i legami con il mondo mafioso di ritornare, seppur parzialmente, in società. Abbiamo presentato due diverse proposte di legge, una costituzionale e una ordinaria, per salvare i principi ispiratori dell’ergastolo ostativo e per impedire che chi non ha dato prova effettiva di aver tagliato i propri ponti con la mafia possa tornare libero. Non possiamo darla vinta a Totò Riina, che aveva messo proprio la cancellazione di questo istituto tra i punti del famoso “papello” di richieste allo Stato per fermare le stragi. Fratelli d’Italia si sta battendo anche per il mantenimento del carcere duro, il 41 bis, che negli anni sta diventando sempre più un colabrodo. La mafia continua a spingere per rendere più morbido il trattamento penitenziario dei detenuti. Lo abbiamo visto anche durante la pandemia: la criminalità organizzata ha fatto sentire la sua voce con le rivolte delle carceri. Purtroppo, il Governo ha scelto di cedere. Con l’articolo 123 del decreto “Cura Italia” il ministro della Giustizia di allora, Alfonso Bonafede, ha introdotto il nesso tra detenzione e rischio contagio e le circolari del Dap che ne sono derivate hanno spalancato le porte a centinaia di mafiosi. Siamo stati i primi a denunciare che dietro quelle rivolte ci fosse una regia della criminalità organizzata e ad attaccare la scelta di Bonafede. Avevamo ragione, come dimostrano le indagini avviate da alcune Procure. La lotta alla criminalità organizzata è un impegno che deve vederci tutti uniti. Anche e soprattutto dal punto di vista culturale. All’epoca fu decisiva la scelta della Rai di seguire e trasmettere il maxi-processo di Palermo: un grande esempio di servizio pubblico attraverso il quale gli italiani maturarono la consapevolezza che l’onnipotente mafia poteva essere sconfitta. Il compito più importante che hanno artisti, intellettuali, scrittori e chiunque contribuisca a costruire il nostro immaginario è fare del coraggio e della giustizia valori da difendere. Oggi troppo spesso i protagonisti di libri, film e serie tv sono criminali e il male è diventato qualcosa di affascinante. In questo modo si crea un humus culturale nel quale la criminalità organizzata può prosperare e fare proseliti. Credo che RAI, Ministero della Cultura e Film Commission regionali possano giocare un ruolo decisivo nella produzione e promozione di prodotti culturali capaci di raccontare esempi positivi. Non vogliamo arrenderci all’idea che l’Italia possa ridursi al racconto di Gomorra o di Suburra.

Deve proseguire l’impegno per illuminare le pagine buie della nostra storia. Per questo Fratelli d’Italia ha presentato la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla strage di via D’Amelio. Il processo “Borsellino quater” ha accertato alcune delle responsabilità per concorso nella strage e ha riconosciuto che altri hanno mentito, depistato le indagini, contribuito ad intorbidire le acque. Siamo perfettamente consapevoli che, a distanza di tanto tempo, accertare la sussistenza di ulteriori responsabilità penali possa essere un lavoro molto difficile, a tratti impossibile. Ma l’Italia ha diritto di conoscere la verità e crediamo che l’istituzione di una Commissione d’inchiesta possa essere determinante per far emergere la verità storica. Sono felice che l’esame della proposta di FdI sia finalmente partito alla Camera e che diversi autorevoli magistrati si siano espressi a favore. Non ultimo il presidente del Tribunale di Palermo Balsamo, che ringraziamo per questo. Abbiamo il dovere morale e materiale di contribuire alla ricostruzione storica di fatti che la mafia ha volutamente insabbiato, anche trovando ignobili sponde in pezzi deviati dello Stato. La strage di via D’Amelio resta una ferita aperta che tutti noi abbiamo l’obbligo morale di contribuire a rimarginare. Per questo mi auguro che tutta la classe politica, senza distinzione alcuna, dia un segnale forte e compatto. Lo dobbiamo all’Italia, agli eroi che hanno compiuto l’estremo sacrificio e a tutti gli italiani onesti e perbene che si battono ogni giorno per liberare l’Italia dall’oppressione mafiosa.

agioni per le quali abbiamo iniziato a fare politica e per le quali continuiamo a farla. La battaglia contro la criminalità è tutt’altro che conclusa. La mafia è multiforme, si annida nei territori, allunga le sue mani sporche nelle Istituzioni, si nutre delle energie migliori dello Stato. Un impegno che Fratelli d’Italia declina tutti giorni in Parlamento su provvedimenti cruciali. Penso all’impegno per la difesa dell’ergastolo ostativo, istituto nato negli anni delle stragi dall’intuizione di Falcone e che ha permesso di infliggere colpi durissimi a Cosa Nostra. Uno strumento che, impedendo ai condannati per mafia non collaboranti di ottenere qualsiasi beneficio di legge e sconto di pena, permette di perseguire due obiettivi: da una parte incentivare i mafiosi a collaborare con la giustizia; dall’altra impedire a coloro che non recidono i legami con il mondo mafioso di ritornare, seppur parzialmente, in società. Abbiamo presentato due diverse proposte di legge, una costituzionale e una ordinaria, per salvare i principi ispiratori dell’ergastolo ostativo e per impedire che chi non ha dato prova effettiva di aver tagliato i propri ponti con la mafia possa tornare libero. Non possiamo darla vinta a Totò Riina, che aveva messo proprio la cancellazione di questo istituto tra i punti del famoso “papello” di richieste allo Stato per fermare le stragi. Fratelli d’Italia si sta battendo anche per il mantenimento del carcere duro, il 41 bis, che negli anni sta diventando sempre più un colabrodo. La mafia continua a spingere per rendere più morbido il trattamento penitenziario dei detenuti. Lo abbiamo visto anche durante la pandemia: la criminalità organizzata ha fatto sentire la sua voce con le rivolte delle carceri. Purtroppo, il Governo ha scelto di cedere. Con l’articolo 123 del decreto “Cura Italia” il ministro della Giustizia di allora, Alfonso Bonafede, ha introdotto il nesso tra detenzione e rischio contagio e le circolari del Dap che ne sono derivate hanno spalancato le porte a centinaia di mafiosi. Siamo stati i primi a denunciare che dietro quelle rivolte ci fosse una regia della criminalità organizzata e ad attaccare la scelta di Bonafede. Avevamo ragione, come dimostrano le indagini avviate da alcune Procure. La lotta alla criminalità organizzata è un impegno che deve vederci tutti uniti. Anche e soprattutto dal punto di vista culturale. All’epoca fu decisiva la scelta della Rai di seguire e trasmettere il maxi-processo di Palermo: un grande esempio di servizio pubblico attraverso il quale gli italiani maturarono la consapevolezza che l’onnipotente mafia poteva essere sconfitta. Il compito più importante che hanno artisti, intellettuali, scrittori e chiunque contribuisca a costruire il nostro immaginario è fare del coraggio e della giustizia valori da difendere. Oggi troppo spesso i protagonisti di libri, film e serie tv sono criminali e il male è diventato qualcosa di affascinante. In questo modo si crea un humus culturale nel quale la criminalità organizzata può prosperare e fare proseliti. Credo che RAI, Ministero della Cultura e Film Commission regionali possano giocare un ruolo decisivo nella produzione e promozione di prodotti culturali capaci di raccontare esempi positivi. Non vogliamo arrenderci all’idea che l’Italia possa ridursi al racconto di Gomorra o di Suburra.

Deve proseguire l’impegno per illuminare le pagine buie della nostra storia. Per questo Fratelli d’Italia ha presentato la proposta di legge per l’istituzione di una Commissione d’inchiesta sulla strage di via D’Amelio. Il processo “Borsellino quater” ha accertato alcune delle responsabilità per concorso nella strage e ha riconosciuto che altri hanno mentito, depistato le indagini, contribuito ad intorbidire le acque. Siamo perfettamente consapevoli che, a distanza di tanto tempo, accertare la sussistenza di ulteriori responsabilità penali possa essere un lavoro molto difficile, a tratti impossibile. Ma l’Italia ha diritto di conoscere la verità e crediamo che l’istituzione di una Commissione d’inchiesta possa essere determinante per far emergere la verità storica. Sono felice che l’esame della proposta di FdI sia finalmente partito alla Camera e che diversi autorevoli magistrati si siano espressi a favore. Non ultimo il presidente del Tribunale di Palermo Balsamo, che ringraziamo per questo. Abbiamo il dovere morale e materiale di contribuire alla ricostruzione storica di fatti che la mafia ha volutamente insabbiato, anche trovando ignobili sponde in pezzi deviati dello Stato. La strage di via D’Amelio resta una ferita aperta che tutti noi abbiamo l’obbligo morale di contribuire a rimarginare. Per questo mi auguro che tutta la classe politica, senza distinzione alcuna, dia un segnale forte e compatto. Lo dobbiamo all’Italia, agli eroi che hanno compiuto l’estremo sacrificio e a tutti gli italiani onesti e perbene che si battono ogni giorno per liberare l’Italia dall’oppressione mafiosa.

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6 commenti

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  1. Le persone ONESTE, non possono che ammettere tale discorso e tali proposte di legge. Siamo arrivati in un momento storico, ove molti giovani credono che sia eroico essere malavitosi. Io, credo che come sempre; il pesce puzza dalla testa ed sempre vero che il governo ed i “genitori” (ma oggi lo sono ancora????) debbano dare il buon esempio.

  2. Condivido quanto asserisce chi mi ha preceduto e ovviamente condivido la preoccupazione che per la lotta alla mafia è necessario che sia diffusa nell’ambito sociale una cultura della produzione del bene e non del male. Ha ragione la presidente Meloni che intuisce anche la possibile influenza negativa di certi programmi televisivi che esaltano più la negatività nell’ambito sociale che la positività. Tutto questo, ovviamente, richiede una solida e robusta formazione della famiglia, depositaria e facilitatrice dei processi educativi dei giovani, unitamente al contributo positivo della formazione scolastica. Poi ovviamente è lo Stato che deve occuparsi della sicurezza. Modificare le norme in vigore che favoriscano sconti di pena per certi delitti, rendendo più difficile la vita dedita a delinquere- Ricordiamoci sempre degli Eroi che si sono sacrificati per il bene della Patria, compreso i componenti delle scorte di questi magistrati e non solo.

    • Paola Basso il 30 Luglio 2022 alle 09:24
    • Rispondi

    Caro presidente ciò che è stato non si può avere indietro ma l’importante sarebbe che non accadesse più in futuro che l’illegalità fosse abbattuta e che le varie mafie, che oramai capopeggianoi indisturbate ed impunite nel nostro Paese venissero debellate. Ma forse chiesto ad un politico è forse un’utopia? Oppure Lei come donna e come leader può fare la differenza.?
    Mi auguro che se andrà al governo smantelli tante situazioni che stanno solo devastando la meravigliosa terra in cui viviamo
    Buon lavoro ed in bocca al lupo per le elezioni. Comunque vada io voterò Giorgia Meloni e vorrei fare un bel gruppo politico a Galliera Veneta PD, per le elezioni nazionali e per le future amministrative. .
    Buona giornata .

    • alfredo denzio il 30 Luglio 2022 alle 09:52
    • Rispondi

    Mi dispiace Signora Meloni ma lei non trovera’ assolutamente nulla, come non e’ mai stata trovata la mente che ha architettato l’assassinio di Enrico Mattei,Aldo Moro, il treno Italicus, Ustica, ecc tutti assassini riconducibili agli Stati uniti d’America..Lei non sara’ mai il capo del governo, ne tanto meno la destra governera’ l’Italia, gli Usa lo impediranno in tutti i modi alfredo denzio

    • Maria Grazia Bielli il 30 Luglio 2022 alle 16:22
    • Rispondi

    Spero che una volta al governo possiate modificare certe leggi e riportare ,un.po’ di stabilità e sicurezza in Italia
    Costerà molto.impegno e fatica, ma c’è la potremo fare! Che la strada non sia troppo ostacolata da chi fino ad oggi ha fatto ciò che voleva!

    • ArnoldBS il 30 Luglio 2022 alle 17:44
    • Rispondi

    Sarebbe un sogno vedere finalmente chiariti molti dei “misteri” d´Italia, ció che verrà sicuramente impedito a chiunque volesse farlo. Ed ancor piú giusto e dovuto, sarebbe finalmente ricondurre l´Italia a “Stato di Diritto”, ove il Potere Giudiziario riconoscesse quelli Legislativo ed Esecutivo senza metterli in dubbio rifiutando di riconoscere le documentazioni Istituzionali portate a dimostrazione di accusa contro privilegiati: La Legge NON e´, oggi, uguale per tutti.

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